Anzi ne son certa…in piedi sulle Cliffs of Moher, a due
metri dallo strapiombo, in una mano la corda gelida che pone il limite
invalicabile del coraggio e, nell’altra, un fazzoletto inzuppato di emozioni.
I cieli d’Irlanda sono magici, di una magia che puoi
comprendere solo se la vivi, i cieli d’Irlanda sono guerrieri erranti, sempre
in movimento, in mutazione, portano con sé la bellezza della perfezione, il
passaggio delle stagioni in sole 24 ore, un turbinio di colori e sensazioni che
ti bruciano l’anima.
Come dicevo ho visto Dio.
Tra la fiumana di turisti impegnati a non farsi sorprendere
dalle folate violente di vento, mi son sentita sola. Padrona di quel posto
epico, highlander del ventunesimo secolo, sopravvissuta alla bolgia tecnologica
e ancora legata ai vecchi valori, alla semplicità e alla forza di un fiore
cresciuto tra le rocce.
Per un secondo, o forse meno, in un coriandolo di tempo, il
cielo si è fermato.
Ho visto la sua potente mano trafiggere le nuvole in un
fendente letale e farne discendere
profluvi di luce.
“Allora esisti!” una voce mi è rimbalzata dentro, tra la
calotta vuota del mio cranio, epurata da ogni imperfezione umana, sanata da
ogni paura primordiale.
Tu, unico dittatore originale, tu avido più dei figli che
hai generato, hai fatto credere a noi di poter scegliere il luogo della nostra
venuta al mondo e ti sei tenuto l’angolo migliore.
Poi tutto è tornato a scorrere, il vento ha riiniziato a
spingere prima verso la terra, poi verso il vuoto, in un ritmo scombinato e
incessante.
E tu, Dio mio, ti sei goduto gli sguardi ebeti sui nostri
volti e il tuo orgasmo divino è comparso in fiocchi spumosi e salmastri,
dall’acqua al cielo, dal cielo alla terra per poi dissolversi, sull’erba verde,
in un seme sterile.
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