- Che casino abbiamo fatto. Tutti e tre bocciati. Certo che potevamo impegnarci di più, eh? - dice Massimo. Che perla. Di solito la gente fa buoni propositi e poi non li rispetta, ma per lui è il contrario. Prima non li rispetta e poi li fa.
- Certo che potevamo impegnarci di più. Però mica l'abbiamo fatto. E tu sei il peggiore dei tre - gli rispondo.
- Scusa Massi, ma proprio adesso che ci stavamo rilassando devi saltar fuori con le riflessioni sui nostri fallimenti?
Luca la pensa come me:
- E' vero, il peggiore sei tu. E poi ti pare che a quest'ora devi rompermi con la scuola? Ma nemmeno mio padre!
Questo è un insulto bello e buono. Il padre di Massi è il peggio del peggio in quanto a rompipalle. Massi non si offende. Non se la prende mai per niente.
- Eh dai, era tanto per dire qualcosa. Anche se siamo stati bocciati non penso che siamo dei falliti. La Giannelli è uscita con novantacinque, ma è meno sveglia di me dopo che mi son fatto due cannoni.
- Ed è pure brutta - aggiungo.
- E poi non è qui con noi a vedere questo spettacolo - rincara Luca.
Restiamo zitti, davanti all'alba. Il silenzio è rotto quasi subito, ovviamente da Massi.
- A cosa ci serve il diploma, quando abbiamo questo?
- Guarda che se non hai un lavoro ti puoi mangiare giusto la sabbia. Ecco a cosa ti serve il diploma. - dice Luca. E' sempre stato il più pragmatico dei tre.
- Sì - ribatte Massi.
- Ma adesso a che ci serve? E noi stiamo vivendo adesso. Al futuro ci penseremo quando sarà presente. Per adesso ho l'alba, mentre quella culona della Giannelli se la scorda.
Restiamo lì per mezz'ora, guardando il sole che si alza nel cielo.
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