E poi basta poco perché torni a risplendere il sole.
La rivedi dopo mesi e l'effetto è sempre lo stesso.
Ti guarda sbalordita, come se non ricordasse di cosa sei capace e ti fa notare i tuoi occhi da pesce lesso che banalmente giustifichi con la mancanza di sonno.
Lei è lì di fronte a te e come se non fosse passato neanche un giorno vorresti stingerla in un abbraccio da farle mancare il fiato. Uno di quegli abbracci che sanno comunicare, che trasmettono calore e protezione, per riuscirle a dire sono qui, come sempre.
Vi trovate in un posto improbabile, che a descriverlo non ci si crederebbe. Nell'entrata di uno stabile affianco all'obitorio, appoggiate al muro una macchinetta del caffè, una delle bibite e una con gli snack, a lato un bidone pieno di immondizia non correttamente separata che la infastidisce, non resiste e fa notare la disapprovazione con quel suo modo buffo che ti è sempre piaciuto. La osservi sorridendo.
Sorseggiate una birra in lattina per nulla fresca, come due vecchi amici.
Amici immaginari in realtà, come quelli dei bambini, invisibili ma indispensabili.
Ti chiede come va, rispondi bene come sempre ed invece quante cose vorresti dire, ma no, potrebbero sembrare inopportune e forse, manco ti crederebbe.
Parte poi a raccontarti le sue storie, scambiate battute e risate. Tu non riesci a togliere lo sguardo dal quel viso dolce se pur stanco. Continua a brillare di quella luce che le appartiene.
È bella anche dentro ad una vecchia tuta dai colori eccentrici. Solo il suono della sua voce e quel modo di muovere le mani bastano per farti star bene.
Questo non lo puoi calcolare o decidere, come sempre e da sempre ti trasmette meravigliose sensazioni.
Amici immaginari in realtà, invisibili ma indispensabili.
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