Che palle. Voglia d'andare pari a zero. Fa freddo starei meglio sotto un'avvolgente coperta, ma ne ho bisogno, devo sconfiggere questo stato di apatia che mi invade nell'ultimo periodo.
Bene, mi vesto. Jeans felpa e scarpe comode, un'aggiustata ai capelli e trucco leggero.
Stasera esco.
Olga viene a prendermi, mi porta a cena a casa di un tizio che conosco a malapena, dice che lì ci si diverte sempre molto.
Arrivate e con mio grande stupore entriamo in una piccola casa di legno. Di fronte a noi una tavolata ben preparata circondata da invitati, gente più o meno conosciuta, più o meno amica.In ogni viso c'è stampato un sorriso, si respira un'aria briosa. La stanza è illuminata per lo più dalla luce di candele posizionate ovunque e di sottofondo musica allegra che ti fa venir voglia di ballare.
Ci sediamo dando le spalle all'ingresso, iniziano ad arrivare le pietanze. Devo dire che è tutto davvero buono, dall'antipasto al secondo alle verdure, persino i dolcetti fatti in casa, tutto accompagnato da un ottimo vino rosso. Meglio che in agriturismo.
La cena sta andando bene, i miei pensieri stanno diventando più leggeri, inizio a divertirmi. Buon cibo e buona compagnia, ci voleva proprio. Mi alzo per raggiungere Olga che sta ballando.
In quel momento sento dire "Finalmente è arrivato Pier! ".
Giro lo sguardo e lo vedo entrare, mi si cementano le gambe e si restringe lo stomaco. Mi risiedo. Cosa mi succede non lo so. La mia testa si sta chiedendo da dove è sbucato questo tizio e per non dare nell'occhio mi verso con scioltezza un bicchiere di vino. Questa sensazione, sono sicura, la ricorderò tutta la vita.
Il caso vuole che ci sia un posto libero di fianco a me. Pier si siede alla mia sinistra, inizia a chiacchierare con un amico comune. Li guardo fingendo interesse all'argomento, lo osservo e memorizzo le sue mani. Nel frattempo le mie dita giocano con la cera calda di una candela, manipolo quel bordo molle e cerco di dargli forme diverse, mi diverte ed è un buon anti stress, questa cosa attira la sua attenzione e si unisce a me. Chiacchieriamo di cazzate mentre mettiamo un tappo come naso e delle bucce d'arancia come capelli ad un cero bianco.
Sto bene. Mi sento come se lo conoscessi da sempre.
Guardo l'ora, sono le tre, è giunto il momento dei saluti. Ce ne andiamo.
Lo penso e lo ripenso. Un pensiero costante. Mi chiedo se mai lo rivedrò.
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