Equilibrio precario

Foto di valentinanonseitu

Muovo piccoli passi, lenti, il cavo oscilla sotto i miei piedi, le piante mi fanno male.

Non so dove sono, da dove sono arrivata e dove sto andando. Non ho la percezione del tempo o dello spazio, se mi volto non vedo inizio, se guardo avanti non vedo la fine.

Sono stanca. 
Mi sembra di essere in questo luogo da sempre, vorrei riposare, ho camminato così tanto che non ricordo più il motivo di questo cammino. Magari mi sdraio ma rischierei di cadere, magari chiudo gli occhi qualche secondo appena ma non basterebbe una vita.

C’è un silenzio irreale qui, qui dove il nulla esiste. Non una voce, un suono, non un respiro, un profumo. NIENTE. 
Intorno a me solo nebbia di quella fitta, di un bianco accecante e insolito. Una nebbia densa, come la consapevolezza che in questo preciso momento, io, non esito.

Una nebbia pesante, come il dolore che ti trascina a fondo e ti spezza il respiro.
Muovo piccoli passi, lenti, ho le dita rigide e sento freddo, di quello secco che ti punge in viso o di quello umido che ti bagna le ossa. Intorno a me solo bianco, puro e solido come il ghiaccio. Non so da dove sono arrivata e dove sto andando ma so dove sono. 

Sono qui dove il tutto esiste. Sono nel brusio dei miei pensieri, nei lamenti dei miei pianti, sono in luogo sicuro, lontano e sono sola.

Il bianco, il silenzio, un cavo ed io. Io che non esisto in un luogo remoto.

Muovo piccoli passi, lenti, le gambe avanzano agili come quelle di un funambolo navigato e non ho paura di cadere.

Ho un cuore onesto, io, se volessi potrei volare.
So da dove sono arrivata, dove sto andando e dove sono.
Sono nel profondo della mia mente, tra i cattivi pensieri e i ricordi felici.
Sono tra le cose perdute e quelle ritrovate, tra il buio e la luce.
Il primo sostiene il cavo, la seconda sostiene il mio corpo.

Il bianco, il silenzio, un cavo ed io. Io che esisto in un luogo segreto, esisto e mi muovo…a piccoli passi, lenti, in un equilibrio precario.

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