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è un fare strano quello di novembre, hai le spalle ormai piegate di stanchezza annuale e soltanto l’estate potrebbe tirarti l’amo e fartene uscire, invece...
la luce si fa avara, il freddo ti stritola dentro maglioni infeltriti.
e le tue mani. quelle sono di luglio e agosto, calde, premurose, dolci come meloni. aspettano in un’ altra stanza, che non è mai di casa mia. sanno spezzare per ore l’incantesimo della serietà, sanno di teatro e magie ridenti.
e l’altra stanza, tutte le stanze, quelle in cui ti trovo, rallentano il tempo e ballano il blues per trattenermi dentro un sorriso sfiorandomi appena.
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