Gli eroi sono invisibili

Foto di Giardino Zen
"Ho degli eroi, ma non sono persone di cui la gente conosce i nomi".

Questo era il titolo del tema che stringevo in mano. Una paginetta scritta da un bambino di quarta elementare, lo stesso bambino che ora è in cima alla Tour Eiffel.

Guardo il buio che mi circonda, alzo lo sguardo al cielo e lo affondo nell'oscurità che segna lo spazio senza fine fra una stella e l'altra. In basso, Parigi cerca di splendere più della luna.

"I miei eroi non sono quelli belli e famosi che piacciono a tutti".

Tutte quelle luci fuse insieme, così vicine che non le distinguo le une dalle altre.

Devo ammirare l'insieme. Spostare lo sguardo da un punto all'altro e dall'altro a un altro ancora e così via fino all'infinito.

"Andare avanti è facile quando la gente ti sostiene, non sei un eroe se tutti ti vogliono bene. Sei solo fortunato".

Ero saggio da piccolo. Più saggio di adesso.

"Gli eroi sono quelli che rimangono soli, senza nessuno. Però vanno avanti lo stesso"

Guardo la riga rossa sotto il però. Non si comincia una frase con però. Lo diceva sempre la maestra Clara. 

Tutte queste luci che giocano a meravigliarmi, ed io qui a guardarle. Ma cosa c'è oltre lo spettacolo, oltre la bellezza ostentata? Cosa c'è nei punti bui, dove nessuno guarda mai?

"Gli eroi sono invisibili".

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