Papillon nero

Foto di Giardino Zen

Un papillon nero. Basta questo per darsi arie da aristocratico, per far pensare agli altri che sei un tipo serio. Non ho mai badato alle apparenze, ma stasera servono eccome.

Stasera, l'apparenza farà la differenza. 

Faccio un giro nell'elegante salone dell'hotel a cinque stelle che ospita la serata e noto che sono presenti un sacco di ricconi. Fra tutti i volti, però, non vedo il suo. Comincio ad innervosirmi, ma il papillon mi preme appena sotto il collo e mi ricorda di star calmo. Chissà se è questa la sensazione che sentono gli impiccati: qualcosa che preme sul collo. 
Poi, la fine.

Ma stasera io non morirò, anzi, nascerò di nuovo e diventerò membro della Rosa Nera. Uno strano nome, visto che ciò di cui si occupano è la polvere bianca. 



Rosa Nera, polvere bianca. 

Finalmente vedo l'uomo che mi ha invitato qui. Avanza tranquillo verso di me, sorridendo. Ricambio il sorriso e tiro un sospiro di sollievo: se è venuto, significa che non ha scoperto il mio segreto. Mi avvicino e lo saluto con garbo. Lui mi abbraccia calorosamente, come se fossimo vecchi amici. È un attimo.

Avverto la canna della pistola contro lo stomaco, e la sua voce che mi sussurra all'orecchio.


- Credevi di farci fessi? L'abbiamo scoperto, piccolo idiota.


Sento lo sparo. Un rumore forte, come un'esplosione dentro di me. Non mi reggo più in piedi e crollo sul pavimento, perdendo conoscenza.

Quale fosse il mio segreto, ormai, non ha più importanza.

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