Il fabbricante di sogni

Starlet_eyes Photography
Di solito, era il suono appuntito della sveglia a intervenire sul suo sonno. Prima di liberarsi dalla morsa di Morfeo, si rotolava per numerosi minuti sotto alle coperte, cercando di dilatare il tempo.

Quella mattina si svegliò all’alba. Improvvisamente. Passò dal nero al bianco in una manciata di secondi. Fu come succede al cielo, quando al mattino inizia a schiarire. Non c’è un’ora precisa per l’alba. C’è l’universo e quello che accade spontaneamente. C’è quello che l’universo, ogni giorno, sceglie di essere. 

Quella lucidità, inattesa, la stupì. Le si sbarrarono gli occhi con una naturalezza imprevista. E in pochi istanti si trovò in cucina davanti alla macchinetta del caffè, con la sua tazza stretta tra le mani e con una strana, incompresa, sensazione. Addosso.

Si erano sentiti la sera prima, dopo settimane dall’ultima volta. Lei, più volte, aveva tentato di ricongiungersi a Lorenzo sotto altre forme, ma senza ottenere buoni risultati. A seguito dei suoi silenzi, fu sempre lui a prendere l’iniziativa, a trovare una scusa per sentirla. Dettava tempi e modi. Ma questo, con il tempo, ad Adele smise di importare.

Non riusciva a capire quegli interventi saltuari. Se avessero avuto un senso, e quale. Se avessero avuto un fine. O una fine. O un inizio. E nonostante continuasse a ripetere a sé stessa di non pensarci, le veniva impossibile non farlo. Sulle sue spalle, nelle sue vene, c’erano i segni di un amore immenso, ormai gracile. Restava un cuore stordito, e la rinuncia a trovare delle verità.
Non capiva. Non avrebbe mai capito. Sarebbe bastato darsi la mano. Ma lui aveva sempre preferito non allungarla abbastanza.

Adele e Lorenzo erano due magneti. Le loro anime, così come le loro pelli, trovavano regolarmente una connessione. I loro corpi erano schiavi l’uno dell’altra. Dipendenti. Inseparabili. Obbligati a fondersi. E a consumarsi. Era bastato uno sguardo per riconoscersi, un secondo per appartenersi. Due, per scoprire tutte le verità sull’amore. Insieme erano l’aurora boreale.

In questi corpi viviamo, in questi corpi moriamo. E’ dove investi il tuo amore che investi la tua vita. L’anima si risveglia. Siamo nati per ritrovare il nostro creatore?

Erano destinati. A perdersi.

Adele e Lorenzo erano due magneti, ma con un unico polo. Lo stesso. E finirono come il Nord e il Sud. Lontani ventimila chilometri.
Per qualche inconsueta modalità, più tentavano ad avvicinarsi, più le distanze si dilatavano.
Di quel legame così stretto, si sciolse ogni nodo.

Era caduta da ogni ponte, alla fine di ogni bugia. Poi, nei deserti, con il sale, cercò di cicatrizzare le ferite di un amore, arrivato al capolinea. Un anno prima.

Verso sera, quando lesse del dispiacere di Lorenzo, che le disse che mai avrebbe voluto farle del male, rispose con un essenziale “L’ho sempre saputo”.

Mentre ascoltava il suo cuore, attonito, pensò che, probabilmente, doveva aver avuto a che fare con un fabbricante di sogni.


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